sabato 25 settembre 2010

Un cuore di pistacchio: Trinacria e Perfida Albione

Ingredienti:

125 gr di biscotti Digestive
75 gr di burro
1 spolverata di cannella
500 gr di Philadelphia
200 ml di panna montata
60 gr di zucchero a velo
2 cucchiai colmi di crema di pistacchio
2 lime
1 fialetta di estratto di vaniglia
30 pistacchi
violette candite a piacere

Per non dimenticare del tutto l'estate, ora che comincia a fare freschino e ripartirà l'incubo del cambio stagione negli armadi, ho resumato una ricetta della cara vecchia (si fa per dire) Nigella Lawson, aggiungendo un'importante variazione sul tema: la crema di pistacchio di Bronte comprata da Castroni in primavera. Questa magnifica cheesecake a forma di cuore l'ho portata a cena da una coppia di amici, per concludere degnamente una serata in stile BBQ. Devo ammettere che se avessi aggiunto un paio di cucchiai di zucchero in più, sarebbe riuscita anche meglio. Però in fondo, per essere scenografica, è scenografica!

Prepararla è stato facilissimo: si mescolano i digestive ridotti in polvere con il burro fuso e la cannella e, come di consueto, si dispone questa sabbietta umida sulla base di una teglia a cerniera imburrata (diametro 20 cm), quindi si ripone in freezer per farla indurire.

Si monta a parte ben bene il formaggio morbido con la panna - io la compro già montata - per poi incorporare il succo di due lime, lo zucchero a velo, l'estratto di vaniglia e due generose cucchiaiate di crema di pistacchio. Il composto viene quindi spalmato in modo uniforme sulla base di biscotto e poi via di nuovo in freezer per un'oretta, quindi si lascia riposare in frigo. Poco prima di servire, ho cosparso la superficie del dolce con i pistacchi sbriciolati, decorandola a mio gusto con le violette candite. Il contrasto tra il verde ed il viola, a mio parere, è molto d'effetto. E forse, l'avrete capito, la cheesecake è uno dei miei dolci preferiti : )

mercoledì 8 settembre 2010

Nikolaiviertel ed il fascino discreto di una Berlino d'altri tempi

Continua la mia ricerca assidua di esperienze gastronomiche interessanti. Volevo giusto indicarvi un ristorante che, per gli accostamenti tradizionali e la scelta di perseguire una cucina campagnola e robusta, ha sicuramente meritato il podio culinario durante i 4 giorni trascorsi a Berlino in agosto.

La città di per sè è così cosmopolita, rivoluzionaria, culturalmente affascinante da far venire le vertigini. Anche le possibilità di assaggiare piatti diversi, rappresentativi delle diverse anime del melting pot berlinese, sicuramente non mancano. In uno scenario così vario ed eccitante, però, ogni tanto il rigore della cucina classica non può che essere apprezzato.

Ed è così che, in una tiepida sera estiva, ci siamo avventurati nel quartiere adiacente la chiesa di San Nicola, un piacevole angolino ottocentesco nel cuore del centro storico, a due passi dalla magnificenza di Unter Der Linden da un lato e dal funzionalismo di Alexanderplatz (bruttina ma affascinante, si direbbe di una donna), dall'altro. 

Per la cena ci siamo affidati alla solita preziosissima guida Lonely Planet ed il locale prescelto, Zur Letzen Instanz, è stato assolutamente all'altezza delle aspettative, un susseguirsi di salumi, pane alle noci,  seguiti dall'imprescindibile stinco di maiale con contorno di cavolo rosso e gnocchi di patate.  

E la birra, ça va sans dire, era davvero ottima, una darkbeer artigianale. O "Berliner", come la chiamano gli amici crucchi. Da provare.

Zur Letzten Instanz
Waisenstr. 14-16,
10179 Berlin



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