lunedì 29 marzo 2010

Maccheroni al forno con asparagi e besciamella

Non potevo certamente continuare a postare a lungo ignorando l'argomento pasta. Men che mai, la pasta al forno, che è una delle mie piatanze preferite di sempre.

Un piccolo passo indietro. Sabato ho passato veramente metà della giornata a letto a dormire, a navigare su internet, a chiacchierare piacevolmente con il mio fidanzato e a guardare serie tv. Ho rimandato mestieri di casa al giorno dopo e mi sono semplicemente dedicata al cazzeggio sfacciato, senza alcun senso di colpa. Visto quanto mi sentivo lazy, volevo coccolarmi mangiando qualcosa che davvero mi piacesse, utilizzando qualche rimasuglio delle cibarie presenti in casa, senza dovermi vestire per andare al supermercato a recuperare gli ingredienti. Ecco com'è nata l'idea di questa pasta per due.

Ingredienti

1 Vasetto di besciamella
200 gr di punte di asparagi
250 gr di maccheroni
4 cucchiai colmi di parmigiano grattugiato
3 cucchiai di pangrattato
1 pizzico di sale
burro per ungere
1 filo d'olio

Ho usato un barattolo di besciamella gentilmente offerta dalla solita santa mamma, che la sera prima avevo messo a scongelare (la besciamella, non la mamma). Barattolo che è miracolosamente scampato per qualche mese ad una serie di gloriose infornate di lasagne e che giaceva ramingo in fondo all'ultimo cassetto del freezer. Quando la roba è genuina e di buona qualità, si conserva benissimo, a mio parere! Ad ogni modo, dovendola preparare al momento, opto per una semplice ricetta di famiglia, che prevede una salsa nè troppo liquida, nè troppo soda, e che si prepara con la stessa quantità dei tre ingredienti base (es, 100 gr di burro, 100 gr di latte e 100 gr di farina): si mettete in un pentolino il burro, e lo si fa sciogliere, aggiungendo la farina setacciata, facendo cuocere il tutto per qualche minuto, mescolando continuamente ed evitando di farle prendere colore o farla attaccare; a questo punto si toglie il pentolino dal fuoco e si aggiunge al roux il latte caldo, mescolando il tutto con un cucchiaio di legno.
Si rimette quindi il pentolino sul fuoco, facendo cuocere a fiamma bassa finchè la salsa comincerà a bollire e si aggiunge un pizzico di sale e un pizzico di noce moscata. Si copre il pentolino con un coperchio e si fa cuocere la besciamella, sempre a fuoco basso, per 15 minuti, il tempo necessario per far addensare la salsa, mescolando di tanto in tanto.

Chiusa questa parentesi, mentre ho fatto cuocere a vapore le punte di asparagi delle quali volevo sbarazzarmi, ho imburrato una pirofila, e ho preriscaldato il forno a 200°. Quando gli asparagi si sono appena inteneriti, li ho scolati e conditi con un filo d'olio, un pizzico di sale e una grattata di pepe. Ho messo a cuocere i maccheroni in acqua salata bollente, ma solo per 4-5 minuti, scolandoli ancora praticamente crudi. Nella pirofila, quindi, ho mescolato la pasta con la besciamella, gli asparagi, gran parte del parmigiano e del pangrattato. Ho concluso cospargendo tutto con il rimanente parmigiano e l'ultima cucchiaiata di pangrattato ed ho infornato per una ventina di minuti. Bollente e filante è una delizia scacciapensieri!

sabato 27 marzo 2010

Quesadillas of Love!

Sapete che c'è di nuovo? Oggi non si cucina. Stamattina io ed il mio Biondo ce la siamo presa molto comoda, ora abbiamo voglia di rilassarci e riposarci perchè la settimana è stata pesante per entrambi, ma nonostante tutto ci sono state coccole, chiacchiere e le chiacchiere sono state così proficue, così piacevoli, e hanno portato a conclusioni così interessanti che sono di ottimo umore... In più sta anche uscendo il sole.

Quando le condizioni sono così favorevoli, sarebbe un peccato rovinare tutto non cedendo all'autoindulgenza. E allora stasera andremo di Quesadillas, gustosissime piadine alla maniera messicana. Caloriche, ma tanto ho già perso 4 kg in due mesi, quindi lo strappo alla regola è ampiamente concesso!

La ricetta è quella della nostra cuocona inglese Nigella. Enjoy this!

martedì 23 marzo 2010

I calzoni al forno con l'impasto di mamma

E finalmente arriviamo al tasto dolente dei lievitati. La ricetta che vado a proporre, almeno per quanto riguarda la pasta, si tramanda di madre in figlia nel ramo abruzzese della mia famiglia. Era la ricetta con cui mia nonna preparava le "pizz'onte", gustosissime frittelle a base di impasto per la pizza, che permette a mia madre di sfornare una la splendida pizza, spesso con pomodoro, mozzarella, tonno e verdure, la cui sporadica mancanza sulla tavola la domenica sera provoca sempre grandi proteste da parte mia e del mio babbo (viziati!) e, molto più modestamente, con cui io mi diverto a creare dei piccoli calzoni aromatici da servire bollenti, ogni volta che ci viene voglia.

Perchè tasto dolente, allora? Semplicemente perchè padroneggio ancora in maniera incerta l'arte dell'impasto di preparati come pizza, focaccia et similia e ammetto che ancora oggi all'idea che la pasta venga grumosa, non disponendo ancora di una planetaria, o che lieviti troppo poco, o che rimanga troppo secca, mi vengono i sudori freddi. La materia è ostica e spinosa, gli impasti sono creature delicate, che si inalberano per un nonnulla, rovinando la preparazione di una buona pizza. 2 cucchiai di acqua di troppo o una cucina non abbastanza calda rischiano di mandare in malora la fatica di mezzo pomeriggio. Occorre cautela e sangue freddo, per come la vedo io. Ma prima o poi riuscirò a padroneggiare la materia con la stessa nonchalance di mia madre, che sfoggia sempre robetta meravigliosa, senza perdere un colpo.

Dunque l'altra sera, appena ristabilita da una brutta influenza di stomaco, e con la fame nera di chi per due giorni si è nutrito solo di riso bollito e insalatina, ho pensato di preparare per cena dei calzoni ripieni (non fritti, ma al forno, stavolta mi sono data una regolata). Ecco a voi cosa ne è venuto fuori!

Ingredienti (per circa 8 calzoni)

1 kg di farina 00
2 cubetti di lievito di birra
acqua tiepida qb
80 gr di strutto (in mancanza, va bene anche il burro)
30 gr di sale
20 gr di zucchero

per il ripieno

2 mozzarelle
200 gr di prosciutto crudo

per la copertura

3 cucchiai di olio evo
2 mazzetti di rosmarino fresco
2 cucchiaini di origano essiccato

Creando la consueta fontana e aggiungendo il sale per ultimo, si impastano bene gli ingredienti. Solitamente odio chi, nel proporre una qualsiasi ricetta, non scrive le dosi precise ma davvero, in questo caso, non è possibile fare una stima precisa dell'acqua tiepida necessaria. Dipende essenzialmente dalla farina che utilizzate e dalla sua capacità di assorbire i liquidi. Per non sbagliare, consiglio di cominciare con una grossa tazza da caffelatte colma, in cui far sciogliere i due cubetti di lievito, cominciare ad impastare con questa, aggiungendone poca alla volta ed, eventualmente, aumentare la dose, ma sempre procedendo per gradi. Il concetto è i"mpastare - aggiungere acqua - impastare - aggiungere acqua", finchè la pasta non raggiunge la consistenza giusta, che è nè troppo molle, nè troppo secca, ma umidina al punto giusto, elastica e liscia come il sedere di un bambino piccolo.

Questa bella palla liscia (stavolta mi è venuta proprio bene, constato con un sospiro di sollievo) la metto a riposare un'ora dentro il forno spento ma caldo. La reimpasto altri due minuti e la rimetto a riposare, ancora una volta, per una mezz'oretta. Quando la croce che ho creato col coltello non è più visibile, significa che l'impasto è pronto. Posso a questo punto accendere il forno a 220°. Ricavo 8 palline che stendo col matterello, al centro delle quali posiziono qualche cubetto di mozzarella e un paio di fette di prosciutto crudo, quindi chiudo i calzoni come se stessi creando dei grossi ravioli, facendo attenzione che restino sigillati e non fuoriesca nulla.

Sistemo i calzoni, che già hanno un bell'aspetto tronfio e morbido, su due placche da forno, precedentemente coperte dall'apposita carta, quindi li spennello con l'olio d'oliva e li cospargo di origano e rosmarino tritato col coltello. Trenta minuti in forno e, appena la pasta comincia appena a colorirsi, la nostra cena è pronta. Mi piace mangiare sul letto, con una birra belga nella destra e la sinistra che impugna un calzone caldo. Qualcuno lo definirebbe un modo cialtronesco di affrontare il momento del pasto, ma tant'è ; )

lunedì 22 marzo 2010

Dolci scambi: crostata alla ricotta e cioccolato

Adoro avere qualcosa di dolce da mettere sotto i denti quando torno da un viaggio, o anche solo dalla scampagnata di un giorno. Sabato, con un paio di amici, abbiamo trascorso la giornata a Orvieto, approfittando del Fantasy Horror Award, prima manifestazione del suo genere in Italia, per riuscire finalmente a visitare questa deliziosa cittadina medievale, per altro vicina alla Capitale o, almeno, a un'ora e mezza di macchina da casa. Nota assolutamente positiva, assieme alla bellezza del Duomo e della Rocca, è stata il pranzo meraviglioso in un locale segnalato dalla Guida del Gambero Rosso, Piazza del Popolo, collocato appunto nell'omonima piazza. Quegli Umbrichelli al tartufo nero, che meraviglia! Be', ho gradito così tanto che merita un minimo di pubblicità... E poi è sempre bello incontrare persone che amano il proprio lavoro, come il cuoco/proprietario, che è venuto direttamente al nostro tavolo per fornirci qualche piccolo consiglio e spiegarci i piatti della tradizione e quelli riveduti e corretti. E' sicuramente di ispirazione per chiunque ami la cucina!

Ad ogni modo, tornando a casa ho imballato e imbustato una crostata preparata la sera prima, per fare in modo che il mio moroso potesse portarla a casa dell'amico che lo ospita in occasione delle partite della Roma. Con la mamma di Marco, l'amico in questione, ormai, si sta instaurando un proficuo do ut des in materia dolciaria: siamo contente di scambiarci ricette e fette di dolce in cambio di chicche e consigli. Per rispondere adeguatamente ad un piccolo cadeau a base di muffins al cacao, ho confezionato in suo onore una bella crostata con ricotta, pere grattugiate e gocce di cioccolato. Ora scusate, vado ad estrarre i calzoni dal forno, e vi lascio con la ricetta.

Ingredienti

120 gr di farina per dolci
100 gr di zucchero
125 gr di burro leggermente salato
1 uovo
2 tuorli
scorza grattugiata di un limone

Per il ripieno:
200 gr di ricotta di mucca
80 gr di gocce di cioccolato
2 piccole pere coscia
1 cucchiaino di bourbon
2 cucchiai colmi di zucchero
1 tuorlo per spennellare la frolla

Ho creato sul tavolo della cucina una piccola fontata con la farina, lo zucchero ed il burro ammorbidito, al cui centro ho posto l'uovo intero, i tuorli e la scorza grattugiata di un bel limone bio. Il burro che uso per queste preparazioni è il classico danese Lurpak, leggermente salato, che permette di evitare anche il solito pizzichino di sale di rito. Ho impastato velocemente in modo da ottenere una palla liscia ed elastica (come dice chi ne sa, della stessa consistenza del lobo dell'orecchio), che poi ho avvolto nella pellicola per alimenti e riposto una mezz'ora in frigo.

Nel frattempo ho acceso il forno, portandolo alla temperatura di 200° e mi sono dedicata al ripieno, passando dell'ottima ricotta di mucca nello schiacciaverdure, o schiaccia patate, come vi pare. Nella stessa ciotola in cui ho fatto colare la mia ricotta ho aggiunto due piccole pere coscia grattugiate - le pere coscia, a mio avviso, hanno proprio la dolcezza giusta per la preparazione di un dolce come questo - le gocce di cioccolato e lo zucchero, quindi ho lavorato gli ingredienti con una spatola, fino ad ottenere una bella crema liscia. Da ultimo, ho versato giusto un cucchiaino di bourbon Vecchia Romagna.

Finalmente, ho steso la pasta con il matterello, creando un disco alto circa 5 mm, che ho debitamente bucherellato con la forchetta e posizionato, su carta da forno, in una tortiera dal fondo estraibile di 20 cm di diametro. All'interno ho spalmato il composto a base di ricotta, terminando con delle piccole decorazioni a griglia fatte pasticciando con la raganella e la pasta frolla avanzata, che ho spennellato cun un tuorlo d'uovo prima di infornare. Via al caldo per non più di 25-30 minuti, et voilà! Fonti ben informate rivelano che la crostata sia finita in men che non si dica ; )

giovedì 18 marzo 2010

Riso alla cantonese con pollo all'ananas

Stasera comincerei con una nota divertente: ho scoperto con una certa sorpresa, poco fa, che il mio modesto blog, una creatura nata da qualche giorno e che ancora si regge su fragili e incerte gambette, ha già ricevuto una visita da Kyoto, una da Parigi ed una da Washington DC. Chissà quali oscuri percorsi hanno portato tre cybernauti provenienti da angoli così distanti del mondo ad incapare ne La grand Bouffe. Questo però fa riflettere sul potere della rete e sulla capacità di veicolare i contenuti più disparati (e disperati)... Alla mia prossima visita su Google Analytics conto di trovare almeno un cinese ed uno spagnolo (Lollo da Sitges, se mi leggi, fai ciao con la manina!) ; )

Altra riflessione profonda quanto una pozzanghera sulla via di Torrevecchia: le cose non programmate sono quelle che riescono meglio, che si tratti di un fidanzato conosciuto grazie ad un numero di cellulare digitato male - già, anche questo può succedere, a quanto dicono - di incontri improvvisi, o banalmente di cene organizzate in maniera estemporanea. Questo, banalmente, è quanto mi è capitato ieri sera. Spiego meglio. Ieri il mio moroso era impegnato con un addio al celibato e, per una congiunzione astrale che si ripeterà fra un migliaio di anni, anche le mie tre amichette di recente acquisizione erano libere e senza un gran che da fare. Con un giro di telefonate molto rapido ci siamo accordate per cenare a casa mia. Fortunatamente tra frigo e credenza faccio in modo che non manchi mai del pane casereccio fresco, ingrediente strategico per un'ottima bruschetta, del prosciutto buono e qualche assaggio di formaggio francese/sardo sfizioso. Ognuno ha le sue fisime! Hanno completato il tutto l'insalata di farro e gamberetti portata da una delle fanciulle, una bottiglia di Falanghina alla temperatura ottimale e, per non farci mancare nulla, quattro porzioncine di shushi sake prelevate per tempo dal ristorantino di cui ho parlato qualche giorno fa... Per dessert, uno tzunami chiacchiere e di risate, tanto che ancora adesso ho gli addominali leggermente indolenziti.

Rimanendo in tema di piatti orientali, direi che posso partire a bomba con la ricettina preparata tre sere fa, una piacevolissima scoperta. Anche questa volta, le dosi sono per due.

Ingredienti
(per il riso alla cantonese)
150 gr di riso basmati
200 gr di pisellini surgelati
100 gr di prosciutto cotto affumicato
1 uovo grande
2 cucchiai d'olio evo
1 noce di burro
1 cipollina fresca
1 pizzico di sale
1 grattatina di noce mosacata (facoltativa)
2 cucchiai di salsa di soia

(per il pollo all'ananas)
2 fette di petto di pollo
1 confezione da 340 gr di Ananas in scatola (compreso il succo)
farina per impanare il pollo
1 cucchiaio o poco più d'olio evo
2 lime
1 pizzico di sale

E' opportuno preparare questo sostanzioso piatto unico provvedendo innanzitutto al riso alla cantonese, rigorosamente di qualità basmati. Nel mio capace wok Ikea ho messo a dorare nell'olio d'oliva la cipollina, quel particolare tipo che gli inglesi come Nigella Lawson chiamerebbero "spring onion", che io trovo più delicato, e di conseguenza più adatto ad una preparazione del genere, quindi, alzata leggermente la fiamma, ho aggiunto il prosciutto tagliato a listarelle ed i pisellini surgelati. Nel frattempo ho buttato il riso nell'acqua bollente salata, facendolo lessare per circa una decina di minuti. A parte, ho preparato una frittatina piuttosto consistente, con un solo uovo, in un tegamino nel quale ho fatto precedentemente fondere una noce di burro. Chi gradisce può, per altro, grattare un pochino di noce moscata sull'uovo sbattuto, prima di versarlo nel tegamino. Ho tagliato irregolarmente la frittatina ottenuta, mescolando i pezzi ai piselli ed al prosciutto rosolati. Alla fine ho aggiunto il riso scolato, ho regolato di sale, finendo di cuocere il tutto a fiamma moderata, sfumando con la salsa di soia, per due minuti.

Veniamo al pollo. In una casseruola in cui ho fatto scaldare l'olio, appena raggiunta una temperatura elevata, ho buttato il pollo tagliato a listarelle e infarinato. Tutto ciò che occorre fare dopo è sfumare con il succo dei due lime e, quindi, con un po' del succo d'ananas del barattolo. Quando si è a un passo dal servire, si versano nel tegame, mescolando, le fettine di ananas tagliate in quattro pezzi. Per accompagnare il riso è il secondo ideale, provare per credere!

lunedì 15 marzo 2010

Try a little tenderness: il Mont Blanc

Non c'entra un gran che con la prossima ricetta, ma volevo assolutamente condividere con voi la grande gioia che mi assale ogni volta che penso al nuovo ristorantino cino-giapponese che ha aperto proprio qui all'angolo e che potrebbe salvarmi in corner in più di un'occasione; per esempio, quando torno troppo tardi dall'acquagym per aver davvero voglia di cucinare - eh sì, capita anche ai migliori. Se poi si tratterà di vero amore o di un fuoco di paglia, lo scopriremo solo col tempo. Quanto meno i menù, tanto quello cinese, quanto quello nipponico, sembrano abbastanza promettenti, ed il fatto che il ristorante in questione prepari anche piatti d'asporto da portare comodamente a casa di certo costituisce un forte incentivo.
Ma ora parliamo di cose "serie": può mai essere domenica senza che a fine pranzo venga servito il dessert? La domanda è un tantino retorica, ma serve a introdurre il dolce che ho presentato al mio entusiasta assaggiatore ufficiale (anche conosciuto come il mio fidanzato). Avevo delle castagne già lessate e pronte per l'uso in freezer e mi sembrava il momento di utilizzarle e liberare un po' di spazio per i già menzionati hamburger fatti in casa dalla mia mamma. La scelta di preparare un mont blanc, quindi, si è rivelata quasi obbligata... Senza contare che si tratta del dolce preferito del suddetto assaggiatore! Ecco che quindi ho fatto di necessità virtù, sperimentandomi per la prima volta nella creazione di questo morbidissimo dessert, leggermente fuori stagione ; ) Inutile precisare che questo piccolo mont blanc (piccolo, sì, perchè avevo solo 300 grammi di castagne) è finito nell'arco di una serata! Le dosi qui sotto vanno bene per una coppia di golosastri come me e la mia dolce metà.

Ingredienti

300 gr di marroni o grosse castagne
250 ml di latte intero
1 cucchiaino raso di cacao in polvere
75 gr di zucchero
1/2 bicchierino di rum
200 ml di panna montata
100 gr di meringhe
qualche violetta candita per guarnire (facoltativa)

Anche in questo caso la comodità di avere qualcosa di già cotto e pronto in freezer è stato un fattore determinante. Nel caso in cui non si fosse così fortunati, poco male, basta avere un'oretta di tempo in più a disposizione per lessare e sbucciare le castagne. Il procedimento infatti prevede che i marroni, o le castagne, appunto, sui quali saranno state applicate delle piccole incisioni, vengano messi a cuocere per 40/50 minuti in una pentola, appena coperti d'acqua e quindi sbucciati e privati anche della pellicina scura interna. Saltato grazie al cielo a pie' pari questo step, ho semplicemente messo a cuocere ulteriormente le castagne nel latte per una ventina di minuti, fino a quando le ho sentite tenere sotto il cucchiaio di legno. Naturalmente questo passaggio è indispensabile, a prescindere dal fatto di avere le castagne già pronte, o di doverle prima far cuocere in acqua. Una volta morbide, quindi, le ho passate nello schiaccia patate ed ho mescolato la purea così ottenuta, una volta fatta freddare a temperatura ambiente, con il rum, lo zucchero ed il cacao in polvere. Ho lasciato raffreddare ulteriormente il composto in frigo per circa un'ora, in modo da fargli assumere consistenza e, da ultimo, l'ho ripassato nello schiaccia patate così da ottenere tanti simpatici vermicelli. Per concludere, ho servito il mont blanc utilizzando una formina tonda e decorandolo con sbuffi di panna montata, e circondandolo con meringhe sbriciolate e violette candite (anche queste ultime frutto dell'ultimo raid da Castroni). Come direbbe Julia Child, "Bon appetit!"

sabato 13 marzo 2010

Julie e Julia

Di certo non è la stora della mia vita, ma mi pare comunque una bella storia...

Quel sapor mediorentale, parliamo di hummus

Stavolta cambiamo un po' genere e ci spostiamo in medioriente. Ieri sera, come ogni venerdì sera, mi sono presa il mio tempo per sistemare un po' casa, visto che ho passato una settimana infernale tra lavoro ed uscite serali e avevo qualche arretrato, tipo lavatrici da fare, lenzuola da cambiare e robetta così. Nonostante tutto, avevo voglia di mangiare qualcosa di buono, senza impiegare un'eternità a spadellare, affettare, cuocere etc. Allora, dato che avevo portato a casa della focaccia croccantina e che aprendo la credenza mi è caduto l'occhio sulla tahina, altro piccolo tesoro di non facile reperibilità (salsa libanese a base di sesamo), ho pensato di preparare dell'hummus da servire con la focaccia, per accompagnare quei buonissimi hamburger di vitello e melanzana preparati da Santa Mamma, e che si cuociono sulla piastra in due minuti due. E poi il venerdì sera è così bello guardare un filmone a letto con la panza piena di cose saporite! Poi si dorme molto meglio ; ). Btw, non ho dormito meglio manco per niente, dato che c'è venuta voglia di vedere Revolutionary Road, gran film, per carità, ma così triste che alla fine mi sono dibattuta tutta la notte in incubi a base di abbandono e litigi. Vabè. Venerdì prossimo si va di Lando Buzzanca e Lino Banfi prima maniera!

Ingredienti

250 gr di ceci
2 cucchiai colmi di tahina
2 spicchi d'aglio
2 cucchiai d'olio
1 punta di cucchiaino di paprica
1 punta di cucchiaino di peperoncino in polvere
un mazzetto di prezzemolo tritato
il succo di un limone
un pizzico di sale

Partiamo dal presupposto che ho usato ceci Cirio in barattolo. Ora, so che qualche anima candida obietterà che "noooooo, i ceci freschi sono molto meglio". Sono certa che sia così. Il problema è che i ceci freschi vanno tenuti a bagno una notte e poi lessati e francamente ieri non ne avevo nè voglia, nè tempo (non è che durante il giorno io stia proprio a smacchiare leopardi, per dirla tutta). Quindi, passando di volata al supermercato, ho preso un bel barattolo di ceci pronti... Ecco, magari, non è il caso di tirare tanto sul prezzo e puntaree alla qualità, quello ve lo concedo. Tornando a noi, ho sgocciolato i ceci e li ho messi in una ciotola assieme agli altri ingredienti e ho frullato tutto per un minuto con il minipimer. E' mia ferma intenzione comprare il Bimby quanto prima, come qualcuno già sa, ma questa è un'altra storia. Vi assicuro, servito con la focaccia calda di forno, l'hummus è una delizia in grado di soddisfare anche i palati più esigenti.
Apro una piccola parentesi sui cibi difficili da trovare, tipo la tahina, le noci pecan, la créme fraiche (questi ultimi due visti nelle puntate precedenti). So che può essere frustrante mettersi in cerca di certi ingredienti. Per questo consiglio vivamente di individuare, nella vostra città, un emporio di prodotti simil coloniali o un ingrosso, o un supermercato grande e fornito e perdere del tempo, ogni tanto, a curiosare tra gli scaffali. Davvero non si finisce mai di scoprire. A Roma, ad esempio, è strafacile: basta andare da Castroni, nota catena di negozi nati come semplici torrefazioni e che negli anni hanno cominciato ad ingrandirsi e ad offrire prodotti d'importazione. Una meraviglia per gli occhi, in poche parole. Ora non saprei più come farne a meno!

sabato 6 marzo 2010

Bavarese al rum e mandarino

Ed eccoci arrivati al week end! Sono finalmente riuscita a fare un salto su in Brianza dai miei, che non vedevo da Natale, anche se come di consueto si tratta più di una toccata e fuga che di una visita con tutti i crismi. Quindi questo pomeriggio mi darò al relax più spudorato, e intendo dire che voglio fondermi con il divano del salotto e vedermi almeno un paio di bei filmoni in compagnia di mamma, babbo e zia. Stamattina dal dentista mi sono stressata anche troppo, per i miei gusti ; ) Per il momento "cinema" proporrò Revolutionary Road di Sam Mendez, che l'anno scorso ho bucato per eccesso di impegni cinematografici e stasera, dopo una bella cena a base di pizze fritte e salame - la cena dei campioni - pensavo al Duello Frost Nixon. Un filmone impegnato ma non pesante che potrebbe sicuramente piacere al mio pubblico.
Prima di tutto questo, però, smaltisco davanti al pc il favoloso pranzo di oggi, approfittandone per postare la ricetta della Bavarese al rum e mandarino che ho sfoggiato per il pranzo domenicale coi nonni del moroso settimana scorsa. E' venuta proprio bene, vellutata e non pesante, lontana anni luce dalla consistenza paludata di certe panne cotte/budini che mangi in giro... Tra l'altro, la creazione è stata alquanto utile per levare di mezzo tre mandarini che stavano languendo in frigo (errore mio che avevo comprato quella varietà con più semi che polpa e che, oggettivamente, invoglia molto poco). Insomma, faccio prima a scrivere come si fa.

Ingredienti

5 tuorli d'uovo
250 cl di latte
4 mandarini
3 cucchiaini di rum scuro
150 gr di zucchero
12 gr di gelatina per dolci in fogli
200 gr di crème fraiche
caramello per decorare

Ho messo a bollire il latte in un pentolino con la scorza grattugiata di 2 mandarini. Intanto che questo freddava, ho battuto molto bene i tuorli con lo zucchero, fino ad ottenere una sorta di zabaione chiaro. Ho versato il latte ormai freddo dentro la ciotola con l'uovo battuto, unendo i tre cucchiaini di rum, per poi mescolare gli ingredienti. Quello che si ottiene è un composto liquido che va rimesso sul fuoco e portato lentamente a bollore, mescolando di continuo, in modo che, dopo qualche minuto, si veli il cucchiaio di legno. A fuoco spento ho aggiunto il succo di tre mandarini (filtrato) ed i fogli di gelatina ammollati in acqua fredda e strizzati, dopodichè ho lasciato raffreddare il tutto, mescolando ogni tanto. A crema completamente fredda ho aggiunto la crème fraiche. Apro una breve parentesi su questo ingradiente che fa uscire pazzo chiunque lo cerchi al supermercato... Per prima cosa, è difficilissimo trovarla, la mia fortuna è che il Pim sotto casa generalmente è abbastanza fornito. La prendo sempre di una marca tedesca (vi saprò dire esattamente quale, visto che ora non sono a Roma e non posso controllare) nel banco frigo vicino al burro e agli yogurt. A mio parere per questa bavarese si può agilmente utilizzare anche la normale panna liquida addizionata con un paio di cucchiaini di succo di limone, per creare lo stesso leggero grado di acidità della crème fraiche. In questo caso, però, consiglierei di aggiungere un altro paio di foglietti di gelatina per ottenere la consistenza ideale. Per finire, ho passato un po' d'olio con il pennellino per dolci all'interno dello stampo per bavaresi e vi ho versato dentro il tutto. Basta lasciarlo in frigo qualche ora coperto con un velo di pellicola per alimenti e, al momento di servire, rovesciare su un piatto da portata, guarnendo la bavarese con il caramello e l'ultimo mandarino a spicchi rimasto. Buonissimo, ve lo assicuro!

mercoledì 3 marzo 2010

Minimuffins al bacon

Ok, sono stanca morta, ma valeva proprio la pena di pubblicare la mia creazione domenicale. Prima di tutto, comunque, sono contentissima di aver potuto vedere le foto dell'addio al nubilato della mia amica Raffaella. E' stata una gran bella serata e mantenerne il ricordo con le foto scattate da Manuela, la sorella dello sposo, che ha avuto la santa pazienza di immortalarci in momenti più o meno - decisamente meno - di classe, non ha veramente prezzo. Carica come sono, nonostante la massacrante giornata lavorativa di primo vero impatto con un pubblico più burino che mai, posso anche buttare l'ultimo residuo di energia nel pubblicare la ricetta di questi piccoli muffins al bacon (o pancetta della Perfida Albione, se vi aggrada).
Intanto, chi ha detto che i muffins sono solo quei simpatici dolcetti destinati ad allietare la colazione, la merenda ed il dopo cena di noi golosi gourmand (non mi va di controllare se si scrive davvero così, quindi eventualmente perdonate la mia scarsa padronanza del francese)? In realtà qualsiasi ingrediente minimamente appetibile, dolce o salato che sia, è il perfetto candidato per diventare protagonista dei suddetti irresistibili "pasticcini". Questi, ad esempio, sono perfetti come antipasto, serviti magari con qualche fettina di salame stagionato o accompagnati a del formaggio francese, tipo camembert, o brie.

Ingredienti

250 gr. di farina 00
50 gr di parmigiano reggiano grattugiato
1 bustina di lievito per impasti salati
2 cucchiaini rasi di sale (io uso il sale rosa dell'Himalaya, meno sapido e più salutare)
250 gr di latte
50 gr d'olio evo
1 uovo grande
100 gr di bacon
100 gr di fontina

Ricordiamoci, per prima cosa, di preriscaldare il forno a 180°. Si procede quindi, come per tutte le ricette dei muffins, unendo in una ciotola gli ingredienti secchi, come in queso caso la farina setacciata, il lievito, il sale (aggiungendolo in seguito per evitare che agisca da antagonista del lievito, anche se non dovrebbe) ed il parmigiano. In un'altra ciotola, si sbatte bene l'uovo con il latte e l'olio, quindi si versano gli ingredienti secchi e si mescola il tutto, in modo da creare una pastella piuttosto consistente. Il fatto che il composto rimanga granuloso costituisce, in queste ricette, soltanto un plus. In fine, si uniscono il formaggio ed il bacon tagliati a cubetti. Una volta imburrati e infarinati gli stampini per i muffins, si riempiono per metà con la nostra pastellozza, facendo uso di un mestolino. Personalmente, ho utilizzato uno di quegli stampi sagomati che vendono da Ikea, l'ho pagato poco e fa il suo bravo lavoro. L'unico piccolo inconveniente, se così possiamo chiamarlo, è che, più che dei muffins, crea dei MINImuffins tipo panettoncini. Ma va bene così! Torniamo a noi: si inforna per 15-20 minuti e basta. Vedremo che i minimuffins si staccano da soli e con facilità, semplicemente rovesciando su un piatto la teglia. Serviti appena tiepidi con i salumi ed un buon bicchiere di bianco tipo Prosecco di Valdobbiadene alla giusta temperatura sono la morte sua ; )

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