Passato il periodo di relativo scoglionamento che mi ha tenuta lontana dai fornelli - perchè del resto anche per creare qualcosa di buono occorre avere il giusto mood - ritorno prepotentemente in sella con uno dei grandi classici della mamma, le pizzelle (note ai più come ferratelle) abruzzesi.
E allora questo pomeriggio, dopo aver mantenuto una corrispondenza strategica con un paio di recruiter inglesi, perchè "London calling", ora come non mai, e prima di rituffarmi a pesce sullo studio dei preventivi del nostro viaggio di nozze sui generis, mi sono concessa un'oretta di svago dolciario, preparando proprio questa splendida specialità, in onore delle mie origini majellesi.
La preparazione di questo dolce presuppone l'utilizzo di un apposito ferro elettrico, adatto a conferire a questa sorta di frittelle la loro caratteristica forma. Credo sia leggermente difficile da trovare, però, in negozi di casalinghi comuni, fuori dal territorio regionale.
Ad ogni modo, ecco la ricetta per una quarantina di pizzelle:
6 uova medie
6 cucchiai rasi di olio di semi
6 cucchiai rasi d'olio d'oliva
6 cucchiai di zucchero
6 cucchiai colmi di farina 00 setacciata
la buccia grattugiata di un limone bio
olio q.b per continuare a ungere il ferro da pizzelle, man mano
La preparazione è piuttosto semplice: basta montare a neve ferma (io ho usato le fruste elettriche) i 6 albumi, quindi incorporare poco per volta i tuorli, lo zucchero, l'olio, la farina e la buccia del limone.
La pastella così creata va versata, con l'ausilio di un mestolino, e solo poco per volta, al centro del ferro aperto e preriscaldato. Chiudendo il ferro e aspettando qualche secondo prima di riaprirlo e staccare la singola pizzella, il calore avrà fatto il suo lavoro condensando il composto.
Consiglio vivamente di mangiare le pizzelle entro un paio di giorni, quando ancora sono fragranti. Spalmate di marmellata di more casalinga o di nutella sono veramente la colazione ideale.