lunedì 3 settembre 2012

Chi non muore si rivede (aka Bruschetta works better than Prozac)

 
Rieccomi qui, perche' nonostante la latitanza questo posticino tutto mio per raccontare di cibo e delle mie cose voglio tenerlo come rifugio sicuro, anche e soprattutto in tempi di tempesta. E dunque, ancora una volta, eccomi stravaccata sul divano a guardare le avventure di un produttore di metanfetamina (per caso), mentre con una mano scrivo, con l'altra reggo un Cuba Libre.
 
Siamo in fase leggermente calante, lo ammetto. Sono stati mesi adrenalinici e adesso ho la sensazione che si stia chiudendo un'era. Diversi amici stanno lasciando Londra e praticamente da un mese a questa parte e' un susseguirsi di leaving drink. Aggiungiamo pure che sono tornata da un'ora da un reading tenuto in una biblioteca vicino casa, in cui Eugenides e i suoi personaggi femminili ipertormentati hanno prepotentemente fatto sentire le loro voci (e tra Marriage plot e vergini suicide direi che per stasera non mi sono fatta mancare nulla). Una volta a casa, poi, ho avuto la brillante intuizione di suonare la solita compilation Spotify, che ormai ha fatto la muffa. E anche li', tra Johnny Cash e Janis Joplin ho veramente toccato con mano l'anticamera della depressione clinica. Al punto tale che quando Damon Albarn ha attaccato con "I won't kill myself trying to stay in your life", mi sono quasi sentita sollevata, finalmente uno che non si ammazza. Bah!
 
Forse il cibo, ancora una volta, sara' la mia ancora di salvezza. I miei neurotrasmettitori hanno seriamente bisogno di coccole e, dovendo aspettare il ritorno del maritino da un addio al celibato in quel di Ibiza, le coccole me le faccio da sola. Stasera, quindi, in tenuta fantozziana con rutto libero incorporato, mi sono concessa una bella scodella di ramen. Per carita', niente di elaborato, parliamo di quello istantaneo, comprato al Japan Center di Regent Street qualche domenica fa, per cui basta aggiungere acqua bollente ed il gioco e fatto.
 

E per arrivare al vero comfort food, quello da Italiani londinesi un (bel) po' cafonal, ho preparato anche un po' di bruschetta col ciauscolo. Semplicissima: pane alle olive e ciauscolo spalmato sopra. 10 minuti in forno e via. Il ciauscolo, inutile dirlo, l'ho trovato da Whole Foods a South Kensington e l'ho pagato oro. Del resto, la psicoterapia la pagherei molto di piu', quindi va bene cosi'.
 
Le foto, chevvelodicoaffare, le ho scattate con Instagram, unica vera ancora di salvezza per il food blogger inetto. Cosi' anch'io, che non riuscirei ad azzeccare l'uso delle impostazioni di una macchina fotografica professionale nemmeno se ne andasse della mia vita, posso finalmente bullarmi con amici e conoscenti delle mie foto dall'allure molto Seventies. Espedienti autoconsolatori, dicevo qualche mese fa.

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