Probabilmente è arrivata la bella stagione. Stamattina sono uscita di casa e c'era un tempo meravigliosamente bello, il pratino sotto casa è un tripudio di margherite e violette e anche le giornate si stanno allungando. Non è che quindi abbia passato molte ore in cucina, ultimamante. Però sono ben contenta di proporre una ricetta di qualche tempo fa, preparata come contorno in occasione di uno di quei pranzoni domenicali dove non manca certo un bel piatto forte a base di carne.
I latkes sono frittelle di patate tipiche della tradizione ebraica, proposte come contorno o stuzzichino in qualsiasi deli newyorkese che si rispetti, non meno richieste del pastrami e di certi cetrioli sottaceto che manco la Saclà.
Ho letto tante ricette e più o meno tutte prevedono farina e uovo come addensanti, per rendere i latkes compatti. La formula adottata per l'occasione, invece, contemplava solo l'utilizzo di due patate per commensale, un'abbondante grattugiata di pepe e un pizzico di sale: si grattugiano le patate e si strizzano con l'aiuto di un canovaccio pulito, per eliminare parte dell'amido, quindi si aggiungono sale e pepe e si ottengono le frittelle utilizzando un coppapasta rotondo. Restano poco stabili e la forma sicuramente non è perfetta, ma così le trovo più leggere e digeribili. Uno ad una, facendo molta attenzione, si dispongono i latkes sulla griglia unta d'olio (o in un padellino antiaderente), rovente. Sono pronti quando formano una sorta di crosticina leggermente brunita in superficie.